Salvatore Pinna, Segretario Generale CGIL Nuoro
L’impegno profuso di tutti i soggetti interessati alla vertenza Ottana, del Sindacato Confederale in particolare, ha creato le condizioni per un primo risultato tangibile anche se da consolidare e sviluppare.
Il prossimo incontro presso il Ministero previsto per i primi di Novembre potrebbe dare dei risultati importanti non solo per l’area industriale di Ottana ma per l’intera Isola a condizione che,il gruppo di lavoro che dovrà elaborare le proposte da portare all’interno di quel tavolo specifico di confronto , sia realmente rappresentativo e conosca a fondo le esigenze e i bisogni dell’area industriale di Ottana e del territorio nuorese più in generale.
Pertanto questo apprezzabile risultato, che da risposte per la salvaguardia produttiva del sito ed apre una prospettiva futura anche per l’intera provincia, va ascritto al merito di tutti gli attori del territorio che hanno collaborato insieme per la soluzione positiva di una vertenza basilare per il nostro futuro. Come CGIL, crediamo sia opportuno ed indispensabile portare avanti le rivendicazioni territoriali con le stesse metodologie organizzative e partecipative improntate a fare sintesi per presentarsi uniti e parlando un’unica voce nei tavoli del Governo e nel confronto con le forze politiche e parlamentari. A tal proposito la CGIL, ritiene che sia venuto il momento di aprire un confronto serrato con il Governo per iniziare a verificare i vari protocolli d’ intesa firmati ma mai resi operativi, in particolare quello sulla chimica. Inoltre crediamo sia opportuno riflettere sul ruolo sfavorevole e deleterio che ha avuto l’ENI negli anni passati, dove ha portato avanti con cinismo, la svendita degli impianti e l’espulsione di centinaia di lavoratori dal sistema produttivo. Va ricordato,inoltre, che fu l’ENI ha portare le imprese e a gestire, in modo fallimentare, il Contratto d’Area di Ottana. Oltre queste responsabilità dobbiamo evidenziare che sulle spalle di questo ente, grava ancora il mancato risanamento ambientale. La Regione stessa, all’interno di questo quadro, deve fare la sua parte e mettere in campo un nuovo intervento di politica industriale forte che sia in grado di dare una prospettiva vera alla nostra Provincia. Pertanto ENI deve essere richiamata, dalla Regione e dal Governo, alle proprie responsabilità, perché le scelte che questo soggetto ha portato avanti con lo smantellamento del sito industriale hanno compromesso pesantemente lo sviluppo di tutto il settore produttivo nella media valle del Tirso e aperto una ferita sociale dolorosa che si è purtroppo trasformata in un dramma per il futuro delle nostre Popolazioni. ENI quindi ha responsabilità enormi ed ha quindi un debito socioeconomico nei confronti della Provincia di Nuoro; debito che noi dobbiamo tentare in qualche modo di riscuotere, impegnandolo, innanzitutto, nella salvaguardia della LORICA e chiedendo con fermezza a questo ente di far rientrare Ottana all’interno dei nuovi filoni di intervento in cui è attualmente impegnato, ad iniziare da quello riguardante la chimica verde. Oggi ENI ha l’intenzione di chiudere il conto con Ottana, limitandosi alla sola vendita dei terreni di sua proprietà, senza realizzare nemmeno le bonifiche imposte dalla Legge. La strada che ha scelto, quindi, è quella di scappare ignominiosamente dopo aver consumato una delle opere più vergognose di devastazione industriale. Per queste motivazioni riteniamo che sia, innanzitutto, il governo ad assumere un ruolo più incisivo nei confronti dell’ENI e garantire contemporaneamente il rispetto degli accordi precedentemente sottoscritti. Questo dovrebbe permettere di riaprire il tavolo su Ottana, avendo una tabella di marcia chiara che parte dalla bonifica del sito, e sul potenziamento delle attuali realtà industriali puntando con chiarezza al raddoppio del polo chimico, alla costruzione del polo plastico, di quello energetico e di quello delle pelli sintetiche. Al Legislatore Regionale che ha riconosciuto le quattro aree di crisi nel Nuorese, oggi viene offerta una opportunità per chiedere che, all’interno del tavolo politico aperto con il Governo, vengano definiti tutti gli interventi di carattere infrastrutturale e produttivo in grado di potenziare e mettere in sicurezza la presenza industriale nel centro Sardegna. Il tavolo di confronto dovrà servire anche ad individuare le risposte da dare ai bisogni del territorio puntando ad accrescere le occasioni di lavoro, favorendo anche il rilancio del settore primario e turistico. Solo in questo modo si può affrontare seriamente una situazione drammatica come quella che oggi vivono, per la mancanza di prospettive per il futuro, le aree marginali della Sardegna. Come CGIL ci batteremo come sempre abbiamo fatto in ogni tavolo contrattuale e in ogni tavolo Istituzionale perché tutto ciò possa realizzarsi.